Perché quindicimila donne in marcia per la pace tra Israele e Palestina debbono riflettere sul fatto che dopo sette anni quello che fecero è stato inutile? Perché ,invece, chi predica la guerra ancor oggi non ha rivali per i loro intendimenti?
Questa riflessione mi è’ scattata nella mente dopo un video spedito da un mio stimato amico, Marcello Cipriani. Con quel link cliccato su YouTube mi ha raccontato una storia.
La canzone “Prayer of the Mothers”, nasce dall’alleanza tra la cantautrice Yael Deckelbaum e un gruppo di donne coraggiose, alla guida del movimento “Women Wage Peace”.
Il movimento è nato nell’estate del 2014 durante l’escalation di violenza tra Israele e palestinesi e l’operazione militare “Tzuk Eitan”.
Il 4 ottobre 2016, le donne ebree e arabe hanno iniziato il progetto congiunto “Marcia della speranza”. Migliaia di donne hanno marciato dal nord di Israele verso Gerusalemme in un appello alla pace. Un appello che ha raggiunto il suo culmine il 19 ottobre, in una marcia di almeno 4mila donne, metà palestinesi e metà israeliane, a Qasr el Yahud (sul Mar Morto settentrionale), in una preghiera comune per la pace.
La sera stessa 15.000 donne hanno protestato davanti alla casa dei primiministori a Gerusalemme.
Alle marce si è unita la vincitrice del Premio Nobel per la pace Leymah Gbowee, che ha portato alla fine della seconda guerra civile liberiana nel 2003, grazie alla forza congiunta delle donne.
Nella canzone, Yael Deckelbaum ha combinato una registrazione di Leymah, campionata da un video di YouTube in cui aveva inviato le sue benedizioni al movimento.
La pace fra i popoli sarebbe fantastica noi ultrasettantenni di oggi abbiamo visto gli effettuarla guerra sui corpi dei nostri padri e molti di noi ha vissuto in prima persona le deleterie scorie del dopoguerra quando era facile imbattersi nei campi e sui letti dei fiumi in bombe a mano inesplose che poi esplodevano appena venivano toccati.
Purtroppo la guerra è una malattia che porta tanta ricchezza a pochi e tanta miseria ai superstiti