Non penso vi erano in quel tempo quando fu pensato questo prodotto , documentari sull’arte da parte di piccole realtà televisive.. La penna di Gigino Braccili e la maestria alla telecamera e al montaggio di Paolo Bruni diedero l’imputata che oggi, dopo più di quaranta anni, ha il sapore di storia. Gigino Celommi è il terzo anello dei pittori della luce.
L’intervista tra i due “amici per la pelle” sottolinea un amore che oggi , o meglio da tempo, la politica ha dimenticato: quello per la divulgazione di ogni forma di cultura.Nel documentario si parla di una civica raccolta d’arte da far sorgere all’intento della vitta comunale di Roseto. Oggi la villa è chiusa e i preziosi quadri della dinastia dei Celommi in possesso dell’amministrazione comunale sono chiusi in un caveau e li purtroppo rimarranno per sempre. La sensibilità della politica è a zero per le varie forme d’arte.
Basti pensare che oggi non è possibile organizzare per mancanza di spazi pubblici una mostra di quadri che siano di pittori famosi o di giovani che chiedono spazi per imporre la loro maestria.Questo è molto triste .