Tu canti il Sant’Antonio e io ti regalo un gallo

Sant’Antonio , guai a toccarlo agli abruzzesi. Sono veramente rari in regione i luoghi dove , in vari modi, feste popolari o incontri in ristoranti o case private di amici , il Santo non viene ricordato e festeggiato. Ci sono vere e proprie band che , con prove musicali giorni e giorni prima, preparano l’evento. “Sant’Antonie de la Roccheee, se magnete li tajuliniiii, lu diavolo quatte quatte, se frecheve la friccineee”. Sono convinto che tutti quelli sopra agli Anta sanno andare avanti nella canzone.E’ inutile dire che sono centinaia i raduni per mostrare la simpatia e la devozione .

Non si possono segnalare tutti , io parteciperò questo pomeriggio all’iniziativa di Castellalto organizzata da Achille e Angelo. Voglio invece parlare di Umberto Sacripante , scomparso alcuni anni fa, che ha vissuto una vita di lavoro ad Atri ma anche di musica.Aveva una voce maestosa e dopo la guerra era il cantore ufficiale di “Sant’Antonio”. Girava insieme alla band tra i vicoli di Atri e soprattutto bussava alle porte “che contano”, quelle dei nobili e dei possidenti. Cantava un Sant’Antonio diverso che oggi non si sente più. Invito il mio amico ,il Maestro Concezio Leonzi ,a rispolverarlo magari con il coro Di Jorio che magistralmente dirige.

Un Sant’Antonio diverso che io ho visto in una casa di Mosciano di proprietà del figlio , dove Umberto Sacripante faceva il diavolo e Concezio Del Principio , altro prodotto eccelso della cultura ariana, interpretava il diavolo. Umberto mi raccontò “Ci invitavano i signori del borgo a proporre nelle case private il “nostro” Sant’Antonio e alla fine….”Umberto si fermava sempre durante il racconto e dopo un sospiro che offriva la sensazione di delusione: ” …alla fine ci regalavano un gallo per fare il brodo il giorno dopo. I signori sapevano benissimo che quell’animale era duro nella carne, insopportabile da mangiare…”

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