PAGANI DI MONTEPAGANO
Se c’è una parola che ha dato fastidio agli studiosi (e resta ancora misteriosa per molti aspetti) è “pagano”. Che significhi “adoratore degli idoli”, “politeista”, “non cristiano” è fuori di dubbio.
Perché? Qual è l’etimologia del termine? E che c’entra con Montepagano? Il Vangelo di Matteo chiama i pagani, con termine greco e latino, “ethnici”, cioè appartenenti ad un “ethnos”, a un popolo, a una “nazione”, a una “gens” (i “gentili”, contro cui si scagliavano i cristiani).
Ugualmente incerta è l’origine del toponimo “Montepagano”, derivante da Pagano, conte abruzzese al tempo dei longobardi (Palma) o perché il luogo fu edificato dai “Saraceni, ovvero Pagani”, al seguito del “crudel Barbarossa” (“Cronica” di Cristoforo Scanello, 1571). “Pagano” è considerato un termine spregiativo, che si afferma nel IV-V secolo d. C. (ma era diffuso anche prima), per indicare, secondo i cristiani, un devoto dell’antica religione, che, a seguito delle persecuzioni e delle leggi imperiali, si era rifugiato in un “pagus”, cioè in un villaggio di campagna.
E’ tuttavia strano che i non cristiani siano stati definiti contadini. Perciò qualcuno capovolge la spiegazione. Erano gli adoratori dell’antica religione, che conservavano i riti tradizionali nei villaggi di campagna, a definirsi, con una punta di orgoglio, “pagani”.