Sante , quand’era bambino, ascoltava a pranzo il papà che parlava dell’ultima guerra . Convinceva i commensali che quella doveva essere l’ultima, raccontava brutte cose. Sante, figlio come tanti del dopoguerra, non aveva scuolabus per andare a scuola. Mezzo di locomozione, quando pioveva e il fango era tanto , erano le spalle del suo papà, di quell’uomo che lavorava i campi.
Sante , come gli altri bambini, in estate lavoravano insieme ai “grandi”. Partecipava alla raccolta del grano e poi …quella fetta di pane era più buona, veniva anche dal suo lavoro . Poi infermiere, oggi nonno con tre nipotini ai quali racconta quello che sere fa ha raccontato a noi . Bisognerebbe portarlo nelle scuole.
Bellissimo, commovente e rievocativo!
La stoffa del ricercatore, giornalista e scrittore… all’opera! Grazie…
Bellissimo e commovente nel ricordo d’infanzia del mio guginetto c’è anche la mia infanzia; quell’infanzia che oggi spesso descrivo dicendo: poveri ma belli.
Dentro la parola “belli” c’è dentro tutta la creatività, l’ingegno che mettevamo per inventarci giochi.