Sante e la sua scatola di ricordi.

Sante , quand’era bambino, ascoltava a pranzo il papà che parlava dell’ultima guerra . Convinceva i commensali che quella doveva essere l’ultima, raccontava brutte cose. Sante, figlio come tanti del dopoguerra, non aveva scuolabus per andare a scuola. Mezzo di locomozione, quando pioveva e il fango era tanto , erano le spalle del suo papà, di quell’uomo che  lavorava i campi.

Sante , come gli altri bambini, in estate lavoravano insieme ai “grandi”. Partecipava alla raccolta del grano e poi …quella fetta di pane era più buona, veniva anche dal suo lavoro . Poi infermiere, oggi nonno con tre nipotini ai quali racconta quello che sere fa ha raccontato a noi . Bisognerebbe portarlo nelle scuole.

2 commenti

  1. Enzo Rapagna'

    Bellissimo, commovente e rievocativo!
    La stoffa del ricercatore, giornalista e scrittore… all’opera! Grazie…

  2. Alidea Firmini

    Bellissimo e commovente nel ricordo d’infanzia del mio guginetto c’è anche la mia infanzia; quell’infanzia che oggi spesso descrivo dicendo: poveri ma belli.
    Dentro la parola “belli” c’è dentro tutta la creatività, l’ingegno che mettevamo per inventarci giochi.

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