di Angelo Panzone
A Bisenti, l’attivazione del servizio di trasporto automobilistico Teramo – Bisenti – Penne, istituito nel 1913 su iniziativa del Cav. Francesco Pensieri, favorì la progressiva scomparsa dei calesse e delle carrozze trainate da cavalli, fino a quel momento utilizzate, principalmente dalle famiglie più agiate, per il trasporto di persone e di merce e gli ultimi landò in circolazione saranno quelli di Don Gaetano e Don Vincenzo Barone, con i quali gli stessi ogni anno, di settembre, erano soliti recarsi ai bagni a Silvi.
Per quanto riguarda il trasporto delle merci destinate al rifornimenti dei negozi del paese, tuttavia, rimarrà ancora in servizio per lungo tempo la carrozza di Raffaele di “Pichìne”, benché anche i commercianti già dai primi anni ‘20, quando avevano l’esigenza di recarsi dai propri fornitori, cominciarono ad utilizzare sempre con maggiore frequenza i più moderni ed efficienti servizi automobilistici.
Con la fondazione della “Società Automobilistica Teramo – Bisenti – Penne”, il Cav. Francesco Pensieri, già consigliere provinciale nel 1889 e Sindaco dal 1895 al 1908, non fece altro che confermare una certa sensibilità verso i problemi della mobilità pubblica, vista la tenacia con cui promosse e sostenne presso il Governo la messa in opera di un progetto dell’Ing. Michelangelo Cuniberti, stimato tecnico del Genio Civile che ideò la realizzazione della Ferrovia Subappenninica, una strada ferrata che partendo da Fabriano doveva arrivare a Sulmona, passando per Teramo e Bisenti.
Questo tracciato pedemontano, purtroppo mai realizzato, oltre ad avere funzioni di normale trasporto locale, doveva soddisfare anche specifiche esigenze di carattere militare, in quanto tale linea ferroviaria avrebbe dovuto garantire l’inoltro delle tradotte e dei trasporti militari in caso di bombardamento della linea costiera da parte della flotta austro-ungarica.
Dopo la nascita della società automobilistica del cav. Pensieri, il servizio di trasporto fu comunque assicurato anche da altre società che vennero via via nascendo nel primo dopoguerra, come ad esempio la società “Autotrasporti Victoria” che istituì la linea Arsita – Bisenti – Atri. In seguito, nel 1932 la società “Antonio Ranalli e figli” rafforzò invece i collegamenti con Teramo, mentre la ditta “Vincenzo Tranquilli e C.” garantì le linee per Penne e per Pescara: il traffico dovuto ai mezzi pubblici di trasporto si sviluppò talmente tanto che nacque l’esigenza di costruire per i numerosi automezzi un garage di rimessa con relativa officina riparazioni e, per i viaggiatori, un caffè ristoro gestito da Mimì De Ovidiis.
Negli anni ’50 la gestione del servizio di trasporto pubblico passò all’Istituto Nazionale Trasporti e il capolinea degli autobus fu realizzato nella piazza principale del paese, davanti alla Casa Badiale.
Contestualmente all’avvento del trasporto automobilistico pubblico, a Bisenti agli inizi del ‘900 iniziarono a circolare anche le prime autovetture private, tra le quali si annoverano l’automobile di proprietà di Don Giovanni Pensieri e quella del Cav. Antonio Ranalli, dotata di sfavillanti fanali a carburo, di segnalatore acustico costituito da due cornette di diversa tonalità poste al lato del volante e della vistosa targa 62-758: il numero 62, di colore rosso, individuava la sigla della provincia di Teramo, mentre il numero 758, di colore nero, indicava il numero di immatricolazione del mezzo. All’epoca, infatti, le targhe, dovevano essere realizzate su piastre di porcellana o di metallo dagli stessi proprietari delle automobili previa denuncia del mezzo presso la Prefettura che, dopo aver registrato il nominativo dell’intestatario e il modello del veicolo, rilasciava come consenso alla circolazione un numero progressivo di immatricolazione.