di MARIA MATANI
Racconti a gocce
Raccontami goccia a goccia
il tuo cammino passo, passo.
Insegnami la gioia dello stare insieme,
rendimi i tuoi antichi canti,
conducimi alle segrete tue sorgenti,
trascinami nella corrente celata,
profonda.
E prima che tu muti in me,
consentimi che io mi perda in te.
Dialogo con una fontana
C’è cosa più bella di una aggraziata fontanina costruita in pietra, con rubinetto a fiocchetto, pronta a regalarti acqua fresa, brillante, canterina, dissetante?
Lì, tra case che raccontano un mondo andato, scale nuove tra scale azzoppate, pochi ridenti balconi fioriti a testimoniare presenza umana, un gatto che sbuca da un anfratto – antica presenza mai assente – fazzoletti di terra non più coltivati stesi a lato di stradine decorosamente pavimentate, attorniata da montagne rigogliose, impavide, pronte ad offrire cornice e superficie: canaloni e torrenti, abeti bianchi e boschi di querce e castagni, cammini dirupati nascosti e ardui da salire, alti silenzi predisposti a rapire sguardo e fantasia, che all’istante la storia le tocca inventare; lì, per nulla spaurita dall’assenza dell’umano, la fontanina sta, attiva, funzionale e funzionante per i pochi passanti.
Con due mani a coppa, in un gesto antico come il mondo e giovane come un bimbo, puoi essere felice anche bevendo acqua, acqua di montagna.
La fontana è antica come l’uomo, racconta storie eterne ma sempre uguali. Testimone di un tempo ancestrale, di canti sempre nuovi e di profonda rinascita.