di Maria Matani
Benedizione laica
Distesa di nuvole bianche spumose decora il cielo,
distesa ferma e fulgida,
pare esemplare di pizzo sopraffino, coperta nuziale candida e intarsiata
atta a vestire il letto della giovane sposa nella sua prima notte da maritata.
Dorso a terra, occhi spalancati filano da un canto all’altro,
indugiando su simmetrie e conformità. Orizzonte sconfinato.
La mia mente trasmigra.
Quaggiù, in tali momenti, ogni vivente dovrebbe inviare
un amabile pensiero lassù e incastonarlo ad arte negli incavi,
tra merli e dentelli, sì da formare un tappeto di parole carezzevoli,
tappeto ricolmo, saturo,
pronto a franare come acquerugiola feconda sui nostri corpi riarsi.
Benedizione laica.
L’uomo, essendo l’unico animale linguistico, è anche quello dotato di maggiore cognitività, emotività, immaginazione, memoria e pensiero simbolico avanzato. Tutto ciò fa sì che la comunità umana viva in intrecci di regole etiche-giuridiche, che a guardar bene, spesso vengono da tanti trasgrediti. Ecco, dunque, il mio auspicio a preferire il bello, come sinonimo di buono, capace di riverberarsi sull’intera collettività.