Marco si sente libero con il suo zaino per il mondo

di Umberto Braccili

Ho salvato il numero sulla rubrica scrivendo “Marco Viaggiatore” . Il nome proprio con il tempo si dimentica ma quel viaggiatore che mi ha colpito dopo aver sentito la sua storia porta ad essere ” l’uomo che tende alla libertà” forse unico sul cellulare.

Marco è rimasto quasi stupito quando io ho tirato fuori una telecamera mini e ho chiesto di farmi capire perchè un uomo lascia la sua terra, guadagna in un posto lontano dei soldi con un mese che lo vede cameriere e poi con gli amici “amaca e tenda”, dipende dal tempo che incontra , cerca di capire l’uomo che non ha mai incontrato prima, la natura che non ha mai visto e quel mare dove farsi il bagno o quella montagna da scalare. “Niente di pericoloso” ci tiene a precisare ma ad oggi sono meno di 30 gli stati nel mondo che ancora non ha visto.

Lo incontrai a Roseto e ci siamo ripromessi di fare prossimamente un diario sui social dove io di tanto in tanto lo chiamo e lui di tanto in tanto mi racconta. A dir la verità ,penso, che lo devo ancora convincere a fare tutto questo. Non è proprio entusiasta, mi ha detto, che dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra la sua libertà di vivere e la mia di sapere. Marco era a Roseto per andare a trovare la famiglia di Antonio Straccialini , 56 anni,  morto nelle acque cristalline di San Andrés, in Colombia, attaccato da uno squalo. Marco ci tiene a precisare che il suo grande amico non aveva osato nulla.

Gli squali nella “Piscinita” non c’erano . Fu solo fatalità. Nell’intervista che segue Marco racconta se stesso ma parla indirettamente anche di Antonio. “Sto facendo un mio percorso per superare quella che per me è una grande tragedia del cuore “

 

Un commento

  1. Maria Matani

    Bellissimo punto di vista, quello di Marco!

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