SECONDA PUNTATA
Perchè oggi lo ripropongo in questo sito un libro del 2012. Perché insieme , come allora, potremmo scrivere un “Lo dico al tg” parte seconda. Vedendo se dopo dieci anni quei problemi sono stati risolti. Questo lo farete voi “giornalisti sul campo della rubrica” scrivendomi all’indirizzo di posta umberto.braccili@gmail.com . La rubrica partita nel 2007 è stata chiusa, per scelta della direzione della Tgr rai nel 2020, dopo 13 anni , un ottimo successo di ascolti e con i problemi che invece di diminuire nel corso degli anni, lo sapete bene, sono aumentati.E’ stato uno dei motivi, il “taglio” della rubrica della mia decisione di lasciare l’azienda che professionalmente mi ha dato tutto, sempre senza bavaglio. Pubblicheremo le tante puntate previste ogni martedì che qualcuno ricorderà era il giorno della settimana dell’appuntamento.Buona lettura “colleghi” e portiamo avanti ancora lo splendido “vizio” di gridare quello che non va anche ,ovviamente, con nuove garbate denunce.
MILIONI DI EURO PER NULLA
Negli anni novanta giunse una valanga di miliardi di lire per rilanciare l’entroterra abruzzese. L’idea ottima, il risultato pessimo. Soldi buttati. Nessun nuovo posto di lavoro. Solo sperperi. Alcuni esempi.
COLLEDARA, UN TRALICCIO ENEL DI TROPPO
Padre Pasquale era il Rettore dei passionisti del Santuario di San Gabriele. Fu felicissimo di un mio servizio al Tg2 titolato “fuori i mercanti dal tempio”. Il tempio era il piazzale del santuario di San Gabriele, i mercanti erano gli ambulanti che affollavano, con bancarelle tutti gli spazi possibili. Ci pensa la comunità montana del Gran Sasso. Furono realizzati due centri commerciali per gli ambulanti, vicinissimi tra loro. Uno, sul territorio di Isola del Gran Sasso, uno, sul territorio di Colledara. Quello di Isola, che e’ attivo ormai da un decennio, era posto a est del luogo di culto, in basso alla piazza principale. Quello di Colledara, costruito ma mai partito. Ci facciamo raccontare dal direttore, lo stimato collega, Gino Consorti, cosa e’ potuto succedere. “Per la struttura di Isola nessun problema, per quella di Colledara, si è capito subito, che la posizione non era eccezionale per gli ambulanti. Troppo lontani dal Santuario, circa trecento metri. Insomma chi voleva acquistare un giocattolo, un ricordino, doveva fare qualche metro. Mancava la casualità, dell’incontro , con l’acquisto.” E’ costato venticinque miliardi di lire il centro commerciale di Colledara. Una scelta sbagliata che
oggi ricade sul sindaco Giuseppe Di Bartolomeo che avrebbe fatto volentieri a meno dell’eredità regalata dai politici degli anni novanta. “C’è anche un piccolo giallo” ci dice il primo cittadino. “Chi visita il centro, nota un enorme traliccio dell’Enel posto all’ingresso della struttura invece sul progetto di costruzione della zona commerciale quel traliccio non esiste”. Per capire meglio, aggiungiamo, che l’enorme torre di ferro era lì prima della progettazione del centro. La legge limita ad almeno cinquanta metri di distanza il supporto di alta tensione, da locali frequentati da persone. E’ vietato averlo proprio sulla testa. Dicono che non è proprio come bere un bicchiere d’acqua, lavorare sotto un traliccio dell’alta tensione. Il traliccio creava problemi all’agibilità del centro. Tranquilli, basta ignorarlo sul progetto. Questo non è servito, aggiungiamo noi, a convincere i commercianti che lì potevano lavorare. Problemi di salute e, poi, l’operazione non portava benefici economici. Nel 1996 é costato tre miliardi di lire, mai aperto. Qualcuno che ringrazia. Ad esempio quel “gentiluomo” che, nottetempo, ha portato via il quadro elettrico generale .A lui serviva, sembrava brutto lasciarlo lì.
L’OSTELLO PER … I TOPI
E’ situato a pochi chilometri da Santuario di San Gabriele, nella patria delle ceramiche, a Castelli. E’ costato alla collettività, un po’ di meno dell’opera di Isola del Gran Sasso. Due miliardi e seicento milioni di lire. Entriamo nel cortile e poi sulla porta fa’ bella mostra un water. Chi ha saccheggiato gli interni ha voluto ringraziare così chi ha deciso, la politica, di metter su un’opera inutile e tra l’altro mai attivata, abitata, in pratica negli anni, solo da topi. Incontriamo il presidente della comunità montana del Gran Sasso, Alfredo Di Varano. Un suo predecessore aveva deciso l’intervento. Tenta il gioco di squadra “stiamo cercando di aprire l’ostello come supporto al prestigioso istituto d’arte di Castelli. Pensiamo di trasformarlo in un college per gli studenti fuori sede”. Bella idea ma non se n’è fatto nulla
FARINDOLA: E PERCHE’ NOI NO?
Ventuno chilometri e novecento metri separano Farindola da Castelli. Per par condicio un ostello è nato anche lì. Il politico di turno è stato più bravo di quello di Castelli. La struttura per giovani è costata un miliardo e quattrocento milioni in più’. Giusto!!! E’ sicuramente più bella, delle altre, la costruzione ormai cadente. Ci sono, oblò invece che finestre e ci sono anche i rivestimenti in acciaio. I soliti ignoti (chissà se gli stessi dell’ostello di Castelli? Questa teoria potrebbe avere una logica. Immaginiamo i titoli “la banda degli ostelli incompiuti”, hanno portato via tutto. Il resto l’hanno fatto gelo,neve e pioggia. Palazzina ormai prossima al crollo totale.
MENS SANA IN CORPORE SANO
Le strutture sportive da sempre sono ospitate nelle grandi città, dove la densità abitativa porta, ovviamente, denaro e occupazione. Due esempi di esperienze in periferia. L’intento era quello del lancio socio-economico di piccole cittadine che attraverso la pratica sportiva potessero avere un ritorno turistico.
TOSSICIA

In senso relativo l’idea era geniale. Un centro ippico al coperto a due passi dall’uscita del casello autostradale di Isola Colledara. Tra le colline, prima di del paese. Perché’ diciamo in senso relativo e non assoluto. La politica non era abituata a studiare l’intervento prima di produrlo, antico difetto. Studiare prima di spendere soldi pubblici se l’intervento attirasse, per esempio, appassionati del cavallo dal centro sud dell’Italia, attratti da una stupenda struttura raggiungibile in poco tempo, per vivere un week and ippico. La teoria dei politici era la seguente: “ci sono i soldi? Sii!. E allora che ci frega. Accontentiamo l’impresa edile, facciamo felice il sindaco che taglia, con la fascia tricolore, il nastro che crea “libidine” e i cittadini che si vantano di avere una struttura bellissima. In effetti colpisce quel centro ippico posto all’ingresso di Tossicia. Bello, immenso , insomma orgoglio di una comunità’. Pista, per le esibizioni, in sabbia, amplissima, legno lamellare come tetto, tribune capaci di ospitare tanti appassionati, ristorazione, che non guasta mai. C’è anche pista di allenamento, all’aperto. E’ costato sette miliardi di vecchie lire il centro ippico. Non si e’ mai fatta una gara organizzata dalla federazione. Il top anni fa’, due guinness dei primati. Peccato che il primo suonava interrottamente la chitarra per ore, il secondo, ha pedalato per una settimana sulla cyclette. Entrambi i record riusciti ma di cavalli nemmeno l’ombra. Il centro non è ma decollato. E’ stato solo un costo per l’amministrazione comunale e, non ci stanchiamo ma di ricordarlo, per i cittadini italiani che non hanno mai smesso, tanti, di pagare le tasse per idee sbagliate , clientele, politici per prendevano e prendono lauti compensi per fare in “autonomia” boiate pazzesche. Tra l’altro non sanno nemmeno fare bene quello che l’arroganza di programmare e programmarci permette loro. Il centro per quasi vent’anni è costato anche tantissimo in manutenzione. Chiuso ma bisognava intervenire per evitare di degradare il tutto come quello che abbiamo visto negli ostelli di Castelli e Farindola. In quest’ultimo periodo il sindaco Franco Tarquini è riuscito a trovare un gestore ma c’è un ma… I progettisti del tempo avevano dimenticato i box per i cavalli. Sono veramente pochi per cercare di portare appassionati a Tossicia. Spieghiamo. Il centro non può attirare, come potrebbe e dovrebbe, gli appassionati perché’ si sono dimenticati di costruire i box per cavalli, adeguati alle potenzialità della struttura.” Peccato che non è contemplato l’ergastolo” ci disse un anziano, pensando a chi aveva deciso l’intervento.
PAGANICA
Altro tentativo di rivitalizzare un piccolo centro, questa volta nella popolosa frazione de L’Aquila. Anche qui come a Tossicia costoso legno lamellare come tetto di una faraonica struttura, un centro polivalente che doveva far felice gli abitanti dello storico borgo. Piena campagna. Certo per essere un centro di aggregazione sportivo, l’idea non è certo delle migliori. Arriviamo al centro polifunzinale. L’ingresso e’ chiuso con lacci di caucciù’. Completamente chiuso nei lavori, i finanziamenti sono arrivati tutti, manca solo la recinzione. Non cé stata mai una partita , mai un incontro di volley o un concerto, un congresso. Mai niente di niente. Duemila e trecento posti a sedere. Sugli spalti mai nessuno si e’ seduto, mentre sui cornicioni interni centinaia di piccioni e, a terra, i loro escrementi. E che ne sanno loro che quel centro polifunzionale è costato fior di miliardi di lire e che nel 2001 il comune de L’Aquila lanciò un bando pubblico, andato completamente deserto? I piccioni non sono tenuti a sapere che quello é denaro pubblico. I cittadini, invece, ne sono coscienti. E di questo, siamo certi.
Aggiornamento al 2012
Dal sito www.provincia.bergamo.it
Sabato 23 giugno alle ore 11 è prevista l’inaugurazione della nuova struttura sportiva realizzata con i finanziamenti della comunità di Bergamo, attraverso contributi stanziati dalla Provincia di Bergamo, dal Comune di Bergamo, dalla Camera di Commercio, dalla Caritas Diocesana e dalla generosità della popolazione bergamasca
Il centro sportivo (un campo da pallavolo e di calcetto, dotati di spogliatoi e ricoperto dal tetto a volta di legno lamellare) sorge accanto alla nuova chiesa, anch’essa ricostruita dopo il terremoto, a metà strada tra il centro devastato della frazione e le nuove case antisismiche.
Nota il nuovo centro sorge a pochi metri dalla struttura abitata dai piccioni che forse diventerà questo punto un centro fieristico dice un’agenzia. Ma attivare “l’albergo dei piccioni” era proprio una cosa assurda?