sesta puntata
di Angelo Panzone
…… UN PAROLIERE RICERCATO
La grande passione per la musica fece insorgere nell’intellettuale bisentino un incontenibile desiderio di trasferire la propria geniale ispirazione artistica dalla sfera della poesia dialettale a quella della canzone abruzzese e così firmò testi per brani di grande effetto, musicati da illustri maestri quali Antonio Di Jorio, Aniello Polsi, Olindo Jannucci, Franco Costantini e Sergio De Carolis, che nel loro complesso costituiscono un nutrito repertorio di canti folcloristici caratterizzati tutti dal pieno rispetto della tradizione popolare abruzzese.
L’idea di dedicarsi alle canzoni risultò davvero indovinata in quanto fu proprio come autore di canti che Lamberto De Carolis, fino ad allora conosciuto quasi esclusivamente nel circoscritto mondo della cultura, riuscì ad acquisire notorietà anche tra la “gente comune”. Le sue canzoni, infatti, furono inserite nei repertori delle principali corali folcloristiche d’Abruzzo e diventarono presto arie di grande successo.
L’opera più importante firmata come “paroliere” è il “Corteo nuziale negli antichi costumi e canti tradizionali”, una eccezionale commedia musicale scritta per le musiche del maestro Antonio Di Jorio, che ancora oggi continua ad avere ampia risonanza con spettacoli presentati nelle principali città abruzzesi.
Già dalle prime rappresentazioni, questa commedia musicale suscitò subito grande interesse sia nel pubblico che negli esperti di folclore, tanto è vero che in una recensione apparsa il 15 settembre 1968 su “Il Mattino” di Napoli si legge: “L’inizio dell’XI edizione della Settembrata Abruzzese è stato felice. Il gruppo folcloristico di Bisenti ha presentato “Corteo Nuziale”, un applauditissimo e pregiatissimo lavoro di Lamberto De Carolis che il M°. Di Jorio ha musicato in modo da trascinare il pubblico a prolungati applausi”.00
Oltre ad essere un’opera dall’elevato valore artistico, il “Corteo nuziale” infatti costituisce anche un importante lavoro di demologia in quanto mette in scena, nella più stretta aderenza al passato, le usanze, i costumi e i canti anticamente in uso in occasione delle nozze, impiegando come attori anche diversi contadini i quali, nella interpretazione artistica del musical, rivivono con fascinosa ebbrezza eventi vissuti in prima persona nei tempi andati con la rievocazione dell’antico canto della “partenza”, del “carriaggio” della dote e del “contratto” per la consegna della sposa.
Per quanto riguarda invece le canzoni in dialetto abruzzese scritte da Lamberto De Carolis, tra quelle che ottennero i maggiori consensi, si possono menzionare la dolcissima “Ninna nanna”, anch’essa musicata dal grande maestro Antonio Di Jorio, nativo di Atessa ed atriano di adozione, la romantica “Serenate appassiunate” messa in musica dal maestro Olindo Jannucci, l’illustre direttore della rinomata Banda di Pescina, la briosa “Marrocche e frusce” sulle note dell’insigne maestro Aniello Polsi di Mutignano, “Luntane”, il commovente canto dell’emigrante sulla struggente aria musicale del maestro Franco Costantini di Silvi Marina e la divertente “Lu ddu botte” composta in collaborazione con il maestro Sergio De Carolis, direttore della Corale di Bisenti fondata nel 1936 dallo stesso Lamberto De Carolis.
Molte altre canzoni folcloristiche da lui composte, anche se meno conosciute dal “grande pubblico”, furono comunque apprezzate dagli appassionati del genere come, ad esempio, la cavatina “Amore e Turmente”, musicata dal maestro Di Biase, che al concorso la “Paranza d’Oro” di Pescara fu selezionata tra le finaliste.
Il fatto che Lamberto De Carolis abbia collaborato con così tanti illustri musicisti non deve stupire: sembra infatti che i compositori addirittura quasi supplicassero il paroliere bisentino di fornire loro testi da musicare in quanto i suoi scritti, dal punto di vista della metrica, erano impeccabili e pertanto, risultando agevolmente musicabili, consentivano loro di lasciarsi andare con l’estro melodico.
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