di Maria Matani
I miei pensieri volano via
sulle onde del mare,
poi tornano ai miei piedi
come schiavi.
Anatomia di un pensiero
Raccontare come nasce un pensiero è emozionante come raccontare una qualsivoglia nascita. Il pensiero nasce nella corteccia cerebrare, nota anche come “materia grigia”. Entro i primi tre anni di vita, con lo sviluppo delle capacità linguistiche, il cervello umano va incontro a una serie di crescita intellettuale, che genera dei cambiamenti a seconda dell’età e della variabilità individuale. Nell’ordine, il bambino passa da una intelligenza pratica a una intelligenza astratta e, parallelamente, allo sviluppo completo del linguaggio. I processi linguistici non sono separabili dai processi mentali ed entrambi determinano i processi cognitivi, tanto che è lecito affermare che lo sviluppo più generale dell’individuo è reso possibile dall’azione reciproca di linguaggio e pensiero.
Ora, tralasciando quelle che sono le teorie, interessantissime, sviluppatesi tutte a partire dalla seconda metà nel novecento e tutte tese a spiegare l’interazione esistente tra processi linguistici e mentali, peraltro, teorie fortemente in contrasto le une con le altre a livello di sfumature e sostanziali considerazioni scientifiche profonde, così come è normale che sia, mi piace, citando L’uomo comune e l’elogio del buon senso e della tradizione, spostare l’attenzione su Pensieri e parole, brano dell’indimenticato e indimenticabile Lucio Battisti; ebbene, in esso si intuisce, garbatamente e innocentemente, che il linguaggio ci aiuta a ragionare e il ragionamento sostiene il nostro linguaggio.
Per completezza di informazione è necessario aggiungere che il linguaggio è il principale strumento culturale, esso svolge una funzione sociale, attraverso esso siamo inseriti nel mondo che ci circonda e volendo tradurre, come un pesce è immerso nell’acqua, così un bambino è immerso nel mondo delle parole.
Tornando a Bomba, tornando all’inizio del discorso lasciato interrotto, quello poetico, la poesia è un concentrato di linguaggio, sì, concentrato, nel senso di addensato, compresso, proprio come il concentrato di pomodoro, caratterizzato da una consistenza densa e cremosa, che poi può essere diluito per ricavarne tante e tante idee-ricette; per i più tecnologici, oso dire che la poesia è una forma di linguaggio zippato.
Possiamo andare indietro nel tempo o fare fughe in avanti, l’importante è cercare esempi atti a spiegare in modo che tutti possiamo capire, giacché i limiti del linguaggio costituiscono i limiti del mondo.
Noi uomini abbiamo linguaggi estremamente complessi per esprimere i nostri pensieri più seri, ma tutti, Europei, Asiatici, Africani, Americani, Polinesiani, esprimiamo la gioia allo stesso modo, ridendo! E allora, senza nessuna paura, ridiamo.
Tutto ciò che parte da noi, in qualche modo, ritorna. Nulla viene perduto, tutto donato e restituito.
La bellezza delle poesie di Maria sta proprio in questo eterno partire e tornare.
Le poesie di Maria mi hanno sempre emozionata fin dal principio che lessi il suo libro.Riesce a toccare le corde più deboli dell’anima….., forse perché la poesia fa già parte di noi dalla nascita e sta a noi custodirla o abbandonarla in verità senza un preciso motivo….!!!