E se ” ti innamori” di un organo ?

E’ tra i compositori di musica per organo più famosi al mondo. La sua passione , come in tante altre storie, nasce per caso.Oggi Roberto Marini , teramano, gira il mondo regalando emozioni con “quelle” sette note.

di VALERIO PICHINI

In principio è la chitarra. Una chitarra a 12 corde capitata quasi per caso dai Marini: una famiglia teramana della borghesia terriera, seria e laboriosa, assurta con successo al commercio negli anni del boom economico. Dunque, un inatteso e insolito strumento fa scattare la molla che avvia il giovane Roberto, classe 1960, agli studi musicali nei quali egli, ancora adolescente, rivela un inaspettato talento subito trasferito alla tastiera.

Galeotto, qualche tempo dopo, l’incontro con l’organista romano Fernando Germani (1976), il più grande nel XX secolo, che gli permette di maturare e prepararsi agli studi in Conservatorio. Gli anni successivi al diploma, conseguito cum laude all’Aquila, sono caratterizzati da un crescendo rossiniano di successi, sia sul fronte concertistico, ove Marini si guadagna la fama di interprete, “virtuoso e musicalissimo”, di abile improvvisatore e di preparato e scrupoloso insegnante, in Conservatorio a Pescara e ai corsi di alto perfezionamento del Pontificio Istituto di Musica Sacra del Vaticano, nella guida e nella valorizzazione dei propri allievi ai quali dispensa con generosità consigli e suggerimenti attinti da un’esperienza di oltre mezzo secolo.

Ma nella stesura del curriculum del Nostro non possiamo trascurare, oltre alla vasta cultura generale favorita da paralleli studi classici e giuridici, il contributo alla discografia organistica con incisioni di rara qualità musicale e filologica tra le quali la poderosa integrale sul compositore bavarese Max Reger (1873-1916), secondo solo a Bach, e una trascrizione per organo della celebre sonata in Si minore di Franz LIszt. 

Per approfondire la storia professionale di Roberto Marini l’articolo di organi & organisti

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