di Mario Giunco
Alfio Godorecci (Castelli, 1936 – Roseto degli Abruzzi, 2023) se n’è andato in punta di piedi. Come un gentiluomo di vecchio stampo, aveva fatto della riservatezza e della discrezione lo stile di una vita, incentrata su arte, insegnamento, affetti familiari.
Compiuti gli studi a Castelli e poi all’Istituto d’Arte Ballardini di Faenza, si era trasferito a Napoli, dove, all’Istituto d’Arte Palizzi, aveva insegnato per quarant’anni “Progettazione ceramica”. Era considerato uno dei più attenti sperimentatori ed esperti delle tecniche e delle metodologie del settore, anche grazie alla sua partecipazione alle più importanti rassegne.
Fra i testi critici, notevoli quello di Chiara Strozzieri, “Le Mirabilia della Ceramica” (2011) e di Gigino Braccili. Nel 2007 Umberto Braccili ha curato un ampio servizio su Rai3, durante una personale, accolta con grande successo, a Roseto.
Da tempo la città era diventata sua sede d’elezione, come per il suo maestro castellano Serafino Mattucci. A chi scrive questa nota piace ricordare Alfio, oltre che per i suoi meriti artistici, per la sua umanità e la sua innata gentilezza. E ripensa con commozione a quelle soste mattutine, in cui la pausa del caffè diventava occasione per uno scambio affettuoso di idee e di sentimenti.
Le persone perbene rimangono nel ❤️
Alfio Artista di pregio raffinato e discreto galantuomo.Ho avuto il piacere di conoscerlo e condividere alcuni aspetti della ricerca Ceramica nel prestigioso Istituto'”Palizzi” dove ho avuto il privilegio di insegnare e conoscere persone rare come Alfio Godorecci.Si perdono sempre piu’ pezzi per strada, ma rimangono tracce indelebili come il Cercatore Abbruzzese napoletanizzato Alfio Goforecci.Riposa in pace
Antonio D’Amore