Una storia di terremoto. Angelo pianse, lotto’ e alla fine raggiunse la sua Ivana

di Umberto Braccili

Avevamo studiato insieme all’Università de L’Aquila . Lo ritrovai in una tendopoli della Cgil il 10 aprile 2009 mentre era intento con altri genitori ad organizzare una associazione per capire perché sua figlia Ivana era morta insieme a tre studentesse in un appartamento di sei piani dove il tetto era sceso ad altezza d’uomo.Dopo il Sima dell’aprile 2009, si contarono 54 universitari deceduti con la stessa ora di morte sul certificato: 3,32.

Mi racconto’ che aveva scavato a mani nude in attesa dei soccorsi, mi raccontò che chi aveva costruito la “tomba di sua figlia”, un ingegnere, aveva ammesso di aver costruito male ma era stato assolto. Poi un libro e poi la morte. Il pensiero che il dolore avesse contribuito a raggiungere il cielo troppo presto per stare vicino a Ivana , non mi lascia mai

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