Valentina Di Ludovico, La vertigine del tutto
Haug! Edizioni 2023
di Achille Olivieri
«Oggi ci conosceremo un po’, per capire quali sono le motivazioni che la spingono a intraprendere il percorso psicoterapeutico e come poterla aiutare». Sembrava stesse leggendo, ma molto probabilmente ripeteva spesso quella frase.
Mi concentrai su quali fossero le motivazioni che mi avevano portata fin lì, quali fossero i reali ostacoli che si susseguono nella mia vita senza che io riuscissi a porre rimedio. Scandagliai rapidamente gli ultimi avvenimenti per me degni di nota. A mio parere, non c’erano ragioni sufficienti che potessero giustificare la mia presenza in quel luogo, ma pensai a Nano, e alla tenacia con cui si ostinava a convincermi del contrario.
«Per curiosità, sino qui per pura curiosità» dissi cercando di spiazzarla e di convincerla che la psicoterapia non mi servisse proprio.
«Bene! La curiosità è uno degli elementi di base per cominciare un viaggio. È quella che ci permette di andare in profondità».
La dottoressa, per nulla turbata dalla risposta, sì versò una tisana calda e me la offrì con un cenno della testa.
«Volentieri, grazie» dissi.
«Allora, mi racconti un po’ di lei; se vuole può utilizzare le foto che ha portato, che ci aiuteranno a ricostruire i pezzi mancanti, se dovessero esserci».
Sentii il peso di dover nuovamente ripetere la mia storia, quella foschia di ricordi che a stento riuscivo a mettere a fuoco. Confondevo date, persone, eventi. Tutto mi sembrava vissuto in un’epoca lontana, troppo lontana. Appoggiai sulle cosce come un puzzle le poche foto scelte, tutte ritraenti me da bambina. In particolare, una mi colpì, era una foto giallognola che mi ritraeva con un orsacchiotto. La testa era penzoloni e al lato usciva una lanetta a forma di nuvola. Serrai le mani su quella immagine è qualcosa saettò nella mente.